Intervista al direttore di Toscana Promozione Turistica: “La domanda si è evoluta, investire ora per essere più forti nella ripresa”

L’estate ha ridato alle persone la voglia di viaggiare e nessuno sembra abbia voluto rinunciare alle vacanze. La Toscana si è proposta come destinazione sicura e pronta ad affrontare questa ultima stagione anomala. Ne parliamo con il Direttore di Toscana Promozione Turistica, Francesco Palumbo.

Direttore, la nuova campagna di promozione turistica ha proposto una strategia di rilancio, con quali obiettivi?

La campagna di promozione “Toscana, Rinascimento senza fine”, è nata per sostenere i territori e le imprese nel contesto della ripartenza e verte principalmente su tre leve operative: un concept per rilanciare la destinazione Toscana; un kit di strumenti on line e off line messi a disposizione gratuitamente di enti locali e imprese per una promozione in linea con il messaggio della Regione, beneficiando della forza del brand; una grande “call” dedicata agli operatori turistici della Toscana, iniziativa innovativa in Italia ideata per sostenere il rilancio sul mercato italiano. È visittuscany.com a fare da collettore e vetrina di tutte le offerte proposte. Gli operatori potranno così promuoversi attraverso un’ampia operazione di rilancio e commercializzazione tagliando considerevolmente sui costi di intermediazione. La strategia di promozione ha un focus territoriale ed è rivolta all’Italia, poi si estenderà ai mercati internazionali seguendo l’andamento delle varie aperture ed i primi movimenti sul fronte delle prenotazioni fino al 2021. Le molteplici attività messe in campo in questo periodo hanno permesso alla Toscana di essere citata tra le migliori buone pratiche attuate a livello europeo nella gestione della crisi, nell’ambito di NECSTouR (il network delle regioni europee per un turismo competitivo e sostenibile).

E’ stato un turismo soprattutto domestico e i numeri sono stati ovviamente diversi dalle recenti annate. Come aiutate le imprese a risollevarsi da questa situazione?

In questa fase le imprese hanno bisogno di fondi pubblici per poter uscire dalla crisi. Però nell’immediato futuro occorre un patto fra pubblico e privato, la liquidità pubblica dovrebbe essere connessa agli investimenti privati indirizzati anche alla migliore redistribuzione dei vantaggi su tutta la filiera e sulla cittadinanza dei luoghi turistici. Stiamo parlando di un settore in costante accelerazione in questi ultimi lustri e che non si è mai dovuto chiedere fino in fondo in quale direzione stesse procedendo. Ora è arrivato il momento di scelte oculate, condivise e forward looking, il mio pensiero è: se non ora, quando? Molte imprese sono ferme, la domanda turistica sta evolvendo, fra fondi regionali, nazionali ed europei sono in discussione flussi finanziari che probabilmente, in tale concentrazione, non si avranno mai più a disposizione. Per il turismo risollevarsi dalla crisi vuol dire attuare le azioni che lo possano rendere competitivo nei prossimi anni, non c’è altra via; fondi a pioggia sono il modo per ritrovarsi deboli anche alla ripresa.

La pandemia ha cambiato il modo di viaggiare e di scegliere la destinazione? Quali sono i fattori che attraggono oggi il turista?

Si è ricominciato a viaggiare all’interno del Paese mantenendo un atteggiamento prudente. Guidare è la modalità di trasporto più frequente e si preferisce evitare esperienze di gruppo e luoghi turistici affollati. I siti culturali e i grandi attrattori hanno limitato i loro ingressi al 30-50% rispetto ai livelli precedenti. La demografia dei viaggiatori è passata al segmento più giovane e non familiare nel primo flusso dopo la crisi, mentre i modelli di spesa più bassi hanno favorito gli hotel di media qualità e quelli economici. Gli hotel di lusso, i viaggi d’affari, gli eventi e la congressistica sono i più penalizzati. I viaggi internazionali di lungo raggio sono assolutamente fermi. In questo quadro il turista è alla ricerca di centri poco affollati e non troppo lontani da casa, hotel piccoli o strutture a misura d’uomo, possibilmente immersi nella natura che possano garantire relax. Tutte caratteristiche che compongono e appartengono alla Toscana grazie al contesto territoriale e ai prodotti turistici, sapendosi distinguere per accoglienza e sicurezza.

Come vede il futuro del turismo?

Un cauto ottimismo ci ha indotto a guardare verso i mercati di riferimento e abbiamo pensato di riattivare per primo quello italiano e di prossimità, il Centro e Nord Italia. Poi solleciteremo quelli esteri come Germania, Francia e Paesi Bassi. Quando poi ricominceranno i voli abbiamo contezza che anche i Paesi anglosassoni riprendano la familiarità con la Toscana che per molti è una seconda casa accogliente come dimostrano le presenze di tanti personaggi dello spettacolo di caratura internazionale, come ad esempio Sting o Mick Jagger che sono venuti a rigenerassi e lavorare nei contesti paesaggistici della Toscana.

Saremo in grado di recuperare terreno?

E’ un momento difficile e complicato, non sarà purtroppo l’anno record che si prospettava, ma dobbiamo farci trovare pronti per ripartire al meglio ora e per le stagioni future e dai segnali che arrivano da molte destinazioni toscane sono certo che potremmo recuperare almeno una parte della flessione attuale. Certo le città d’arte, Firenze in primis stanno soffrendo molto, ma il momento rappresenta anche una straordinaria occasione per visitarle con calma e rilassatezza come non avveniva da molti anni. Recentemente ho fatto una splendida visita agli Uffizi passeggiando nei corridoi come solo i Medici potevano fare e fermandomi davanti ai miei quadri preferiti: niente male davvero come esperienza turistica, la consiglierei a tutti.