Intervista all’ad di Net7, Federico Ruberti

Non è solo comprare online  e consegnare domicilio, l’e-commerce è un concetto più ampio e sta cambiando profondamente l’esperienza di acquisto e le aspettative dei consumatori. Lo sta sperimentando bene Net7, azienda pisana che offre soluzioni web in open source in tantissimi campi, tra cui appunto l’e-commerce. Federico Ruberti è l’amministratore delegato e sta lavorando su diversi fronti, soprattutto sulle cosiddette forme ibride di acquisto

Siamo già di fronte ad un’evoluzione di e-commerce?

E’ cambiato il nostro modo di acquistare e di rapportarci. La disintermediazione è diventata la regola e su questo si allineano anche le nostre aspettative di consumatori. La distanza ci ha costretto a ripensare a dei modelli che prima erano comuni, le nostre abitudini sono state travolte. Ora lavoriamo su sistemi che si adattano ai vari contesti, alle diverse aree geografiche,  e su come renderli sostenibili per le imprese, soprattutto le più piccole. Stanno prendendo piede le forme ibride di consumo

Cosa si intende per forma ibrida?

Non è semplicemente l’acquisto da casa e la consegna, ma coinvolge ogni forma di acquisto in presenza. Dalla gestione delle file nei grandi negozi o al supermercato all’ordine da remoto sotto l’ombrellone. In ogni negozio, in ogni attività, sarà necessario utilizzare la tecnologia per sostituire una parte della relazione e gestirla da remoto. Anche questo è e-commerce e con il passare del tempo lo vuoi e te lo aspetti ovunque, perché è facile e funziona. Ci adattiamo subito alle soluzioni comode, sarà difficile tornare indietro

Il futuro è già segnato quindi?

Potrà cambiare qualcosa, ci saranno dei cali in qualche settore, ma la strada è questa

E le aziende sono pronte?

Per sopravvivere in queste settimane hanno dovuto adattarsi e hanno ottenuto anche buoni risultati ricevendo gli ordini da remoto e facendo le consegne a domicilio. Siamo ancora all’anno zero, di cose da fare ce ne sono tante, ma abbiamo ampi margini di miglioramento

Qual è la difficoltà maggiore?

I costi. Per poche centinaia di euro puoi scegliere di adattarti al sistema dei grandi colossi mondiali, ma a spese della tua identità. Altrimenti con un investimento più alto è possibile creare un sistema pienamente integrato nelle dinamiche di gestione dell’azienda. Sarebbe importante dare un sostegno in questo senso

Che tipo di aiuti?

Penso a piattaforme locali di distribuzione dei prodotti,  divisi per tipologia o area geografica, in modo da fare massa critica tra tutte le attività e contenere anche i costi di consegna che altrimenti verrebbero scaricati sul cliente, rendendo poco conveniente l’acquisto. Sarebbe anche utile un sistema integrato di logistica delle merci, per raggiungere zone anche più periferiche – e la Toscana è piena di piccoli borghi – e ridurre anche l’impatto sull’ambiente.

Possiamo competere con i grandi colossi mondiali?

Certo. Perché dobbiamo arricchire pochi quando possiamo contribuire a creare un sistema più sostenibile, che si adatti meglio al contesto locale e sostenga davvero le imprese. Possiamo farlo