La dimensione di impresa è un fattore che può determinare la velocità di successo o meno di un’impresa. “Ad esempio, una piccola impresa riesce a innovare con più facilità e in meno tempo”, spiega il professor Gaetano Aiello, docente  di Economia e gestione delle imprese dell’Università di Firenze, ente cha ha patrocinato l’edizione 2020 di Primavera d’Impresa.

Professor Aiello, Primavera d’Impresa si rivolge alle micro, piccole e medie imprese toscane, che di fatto reggono buona parte del tessuto economico locale. Questa caratteristica è un vantaggio?
Rispetto all’adozione in generale di tecnologie e pratiche manageriali 4.0, all’inizio la piccola dimensione di un’impresa è uno svantaggio. L’imprenditore è impegnato con le sue quotidiane attività, non ha tempo per investire nell’innovazione. Però, una volta superato il gap iniziale, essere piccola diventa un vantaggio, perché l’impresa riesce a innovare velocemente: una piccola impresa sfugge meglio ai vincoli e quando decide di innovare ci mette poco tempo, ovviamente trovando supporti giusti, competenze e tecnologie adeguate. Nel mondo dell’artigianato, della moda, della meccanica infatti alcune applicazioni semplici sono penetrate rapidamente.

Primavera d’Impresa premia l’innovazione, l’idea vincente che ha generato sviluppo. Come si può creare un ambiente favorevole all’innovazione?
Sicuramente con uno sforzo di rete. Il primo sforzo di coordinamento necessario tra istituzioni e territorio è importante: tenere assieme le università, la Regione, le associazioni di categoria e poi cercare di partire nel coinvolgere la classe imprenditoriale, partendo dai più giovani, cioè chi entra nel mondo del lavoro subito dopo il diploma o la laurea. Nella competizione internazionale, l’unico modo, se si è una piccola impresa, è di avere una dose di innovazione maggiore degli altri. Non si tratta di innovazioni radicali, come la scoperta di una nuova molecola ad esempio, ma di un’innovazione immediatamente applicabile al prodotto, che deve essere però consolidata nei confronti del mercato.

Di cosa hanno bisogno le imprese oggi per svilupparsi?
Siamo passati da un’era in cui era difficile trovare i dati, a quella odierna in cui in rete trovo molte informazioni: il problema è che ce ne sono troppe, bisogna discernerle e saper fare analisi di dati e di mercato. È una competenza importante per leggere la complessità dei mercati e per generare informazione che poi genererà clienti.

Quanto e perché sono importanti le reti d’impresa e come è possibile incentivarne la creazione?
Sono molto importanti perché mettono a fattore comune elementi singoli a cui l’impresa non può arrivare. La rete ha una dimensione maggiore a quella del singolo, e questo è un vantaggio. Ma è come una catena, dunque la capacità di resistenza è pari a quella dell’anello più debole. Vedo bene le reti dove tutti gli anelli della catena sono corti, dove c’è una precisa idea del mercato di riferimento. Una rete per produrre dei device medici, per esempio, richiede che ciascuno sia in possesso di tecnologie, qualcuno sia capace di fare i trial, qualcun altro abbia rapporti con la grande impresa di distribuzione.

Che contributo possono dare al territorio iniziative come Primavera d’Impresa?
Iniziative così sono fondamentali per il territorio perché sono molto concentrate e coinvolgenti. Un grande appuntamento che coinvolge imprese e persone  e le fa incontrare con specialisti, ma anche con il pubblico e le associazioni di categoria. E’ un bene che ci sia un coordinamento regionale.