In un momento di grave crisi per le aziende, Studio Cavallini non ha interrotto il proprio lavoro di consulenza e ha moltiplicato i propri sforzi per rimanere accanto agli imprenditori.

Sabrina Cavallini, come avete affrontato la fase di emergenza?

 Nell’unico modo possibile: rimanendo saldamente al fianco degli imprenditori. Come tutti, ci siamo trovati improvvisamente in una situazione critica e incerta. Ma noi siamo consulenti aziendali, un punto di riferimento per i piccoli imprenditori: lasciarli soli in quel momento avrebbe significato far loro un danno ulteriore e irrimediabile. Abbiamo moltiplicato i nostri sforzi perché questo non accadesse.

 In che modo?

Abbiamo divulgato aggiornamenti in tempo reale h24, festivi inclusi, su tutte le manovre di Governo in fase di emergenza e ripartenza, comunicati ai clienti in modo semplice e chiaro. Li abbiamo aiutati ad aderire alle misure di sostegno e a dialogare con le banche per sospendere i prestiti e trovare nuovi finanziamenti, un aspetto questo che per molte PMI si è rivelato essenziale.

Abbiamo continuato il lavoro di consulenza, finalizzato sia alle riconversione per le aziende con possibilità di reinventarsi per soddisfare le filiere aperte che alla riorganizzazione per quelle con business a rischio sui mercati internazionali.

 Che conseguenze ha avuto la pandemia sul vostro business?

Questa pandemia ci ha avvicinato se possibile ancora di più ai nostri clienti, che hanno apprezzato in maniera infinita il nostro impegno per non lasciarli soli, alla deriva. La loro riconoscenza e la sensazione di lavorare insieme per l’obiettivo comune di uscire da una situazione difficile per tutti sono stati una grande fonte di motivazione e forza.

 La vostra attività ha subito cambiamenti sostanziali?

Sì, ci siamo resi conto che la tempestività d’intervento, l’aggiornamento in tempo reale e la vicinanza costante alle vicende anche umane dell’imprenditore sono elementi essenziali per far bene il nostro lavoro. In parte lo sapevamo già, ma questa situazione ha portato alla luce questi bisogni in modo ancora più forte e accentuato in noi la consapevolezza che senza questi requisiti non si costruisce il rapporto di fiducia necessario a far crescere l’azienda.

 Con la fase di ripartenza tornerete al modello pre-Covid oppure avete sviluppato modalità di lavoro che intendete adottare anche dopo?

 Non del tutto. Come molte altre aziende stiamo valutando soluzioni flessibili di smart working e di interazione a distanza con clienti e collaboratori. Durante la quarantena, tutte le riunioni con i clienti si sono svolte online con grandi benefici da entrambe le parti. Allo stesso modo, per quanto riguarda la vita di studio, quel periodo ci ha permesso di sperimentare i vantaggi del lavoro da remoto. Continueremo su questa linea anche per il futuro, integrandola con le modalità standard di lavoro pre-Covid.

 Le vostre prospettive per il futuro?

Essere se possibile ancor più presenti nella vita dell’imprenditore e al suo fianco nelle scelte cruciali, ma in modo più “smart” e digitale, senza che ciò snaturi il rapporto. Stiamo lavorando per trovare nuovi modi di interagire a distanza con i clienti, senza che ciò comprometta il calore e la qualità date dal rapporto umano: tra i progetti che vogliamo sviluppare a breve, uno cui siamo molto legati è un’app rivoluzionaria per la consulenza al piccolo imprenditore. Un altro obiettivo importante è continuare a sensibilizzare gli imprenditori sulla buona gestione d’impresa: questa crisi ha evidenziato ancora una volta che le imprese sane hanno una marcia in più per reagire a eventi improvvisi e imprevedibili. E la chiave per avere un’impresa sana è abbracciare un modello di gestione innovativo e di prevenzione che noi stiamo cercando nel nostro piccolo di divulgare con un nostro libro appena uscito: “L’azienda sana va lontana: 7 segnali per riconoscere la crisi”.