Gite scolastiche annullate, Archeòtipo ha dato il via a una intensa attività di visite virtuali. Ne parla Federico Salzotti presidente della società.

Come avete affrontato il periodo del lockdown?

Presi, come tutti, alla sprovvista, non abbiamo potuto far altro che sospendere le attività man mano che le misure diventavano più stringenti,  fino alla sospensione pressoché totale del nostro operato. Siamo stati oltremodo penalizzati dal periodo di diffusione del virus, esattamente nei mesi delle gite scolastiche (annullate per decreto ministeriale già prima del lockdown) che rappresentano per noi il momento di maggior impegno e ritorno economico, dal momento che il nostro asset di sviluppo principale è legato alla gestione dell’archeodromo di Poggibonsi (SI). Eravamo già sold out per il periodo marzo-inizio giugno, con oltre 8.000 alunni che avevano prenotato la loro gita scolastica presso il villaggio carolingio, ricostruito in scala reale sulla base dei dati ricavati dall’adiacente scavo archeologico. Per noi è quindi stata una perdita molto grave, sia a livello di operatività che di incassi.

Per un po’ abbiamo proseguito le attività archeologiche sul campo (sorveglianze sui cantieri) ma, con la chiusura dell’edilizia, siamo stati costretti a sospendere anche quelle. Facendo di necessità virtù, non ci è restato che dedicarci ai lavori (realizzabili da casa) sui quali avevamo accumulato ritardi.

Come hanno vissuto questo periodo i suoi dipendenti?

Siamo una società anomala, in quanto formata da tre archeologi con posizioni professionali o accademiche differenti, quindi non abbiamo dipendenti ma una rete di collaboratori che coinvolgiamo appena possibile nella gestione delle nostre attività. Avendo dovuto fermare tutto, sono venute meno anche le previste collaborazioni (soprattutto sulle gite), con nostro grande rammarico perché siamo consapevoli che costituiscono una fonte di guadagno e di gratificazione umana e professionale in molti casi essenziale e strategica. Il problema, per noi come per gli esterni, è particolarmente grave se consideriamo che siamo operatori dei Beni Culturali, quindi una delle categorie professionali con il maggior tasso di precarietà.

Avete riconvertito in qualche modo la vostra attività?

Più che riconvertito, abbiamo potenziato la gestione on-line del Parco archeologico di Poggio Imperiale (Poggibonsi), mediante un’intensa attività di visite virtuali, dirette dal museo e una serie di rubriche giornaliere pubblicate sui canali facebook e instagram del Parco e dell’archeodromo, mirate a raccontare il museo, i suoi contenuti e i suoi protagonisti.

Come sta andando nella fase 2 dell’emergenza?

Abbiamo ripreso tutte le attività sul campo (sorveglianze archeologiche sui cantieri) e domenica 21 giugno ha riaperto finalmente anche l’archeodromo, la cui gestione, almeno per questa prima fase, non potrà essere quella svolta precedentemente, a causa dell’impossibilità di organizzare eventi e iniziative che di solito caratterizzavano la stagione estiva. Tuttavia riusciremo, con i dovuti accorgimenti, ad accogliere il pubblico (rigorosamente in abito storico e intenti alla vita quotidiana dell’altomedioevo) e accompagnarlo nella visita secondo i nostri consueti canoni basati sull’esperienzialità e sul contesto immersivo della curtis di IX secolo.

Quali sono le prospettive per il futuro?

Le prospettive nella gestione del Parco e archeodromo di Poggibonsi sono prioritariamente legate al completamento della ricostruzione del villaggio curtense carolingio: al momento sono state completate e rese visitabili una grande capanna padronale, tre capanne servili, un grande granaio, un pollaio, varie strutture funzionali e artigianali, oltre ad alcuni spazi aperti a uso ortivo. Di pari passo implementeremo le nostre offerte al pubblico, puntando in primis su scolaresche e turismo familiare, culturale ed esperienziale.

In parallelo sarà necessario sviluppare maggiormente l’attività archeologica sul campo (scavi e sorveglianze) e quella di progettazione e consulenza in ambito sia museale (allestimenti e nuovi progetti) che archeologico (VIARC, supporto alle politiche di pianificazione, ecc.).