“Ciò che fino a qualche mese fa sembrava fantascienza è purtroppo diventato molto reale. Mentre si cerca di far fronte alla pandemia e combattiamo COVID-19, un grosso problema è stato ed è tutt’ora riconducibile all’interruzione delle catene di approvvigionamento”. Così Andrea Arienti, CEO di 3DNextech parla della gestione della sua start up impegnata nella manifattura digitale al tempo dell’emergenza Coronavirus.

“Questa interruzione  – continua Arienti – è stata tanto devastante quanto rapida. Da un lato vi è una domanda senza precedenti per alcuni prodotti, dall’altra lo stop quasi completo delle forniture estere che penalizza l’Italia che non ha tutte le filiere produttive per rendersi autonoma”.

La vera sfida in questo momento per tutte le aziende è mantenere l’offerta, soprattutto quando le catene di approvvigionamento dipendono da una fonte soggetta a interruzioni impreviste.

Qui entrano in gioco le tecnologie additive. “La manifattura additiva comporta la creazione di elementi strato per strato, direttamente da file digitali – spiega il CEO di 3DNextech – Permette di fare le cose dove e quando sono necessarie, senza i costosi strumenti o stampi richiesti dalla produzione di massa. Sebbene la realizzazione di un singolo prodotto possa costare di più, la stampa 3D può rendere la produzione più veloce e più reattiva al cambiamento della domanda, qualsiasi sia il prodotto/componente da realizzare”.

In questo scenario 3DNextech (www.3dnextech.com) ha messo a disposizione il proprio know how, la propria tecnologia ed il proprio network, nello specifico per digitalizzare, realizzare e rendere impermeabili/lavabili/a tenuta componenti necessari alle strutture sanitarie.

“Siamo una startup innovativa, con uno spiccato know-how nella manifattura additiva ed un network ragguardevole, questo ci permette di strutturare in poco tempo una rete di competenze che va dal design alla produzione, al fine di sostenere una crisi di questa misura. Inoltre la tecnologia che abbiamo sviluppato è l’unica in grado di rendere impermeabili e quindi lavabili e disinfettabili i componenti plastici realizzati tramite manifattura additiva”.

Già da prima del lockdown la start up ha iniziato a lavorare sul progetto di un intero ecosistema tecnologico che rende possibile la vita sociale in maniera simile a come lo si intendeva prima della pandemia. Cuore di tutto il sistema è la mascherina smart, (in fase di brevettazione) pensata principalmente per operatori professionali, sviluppata grazie alla tecnologia di punta di 3DNextech: 3DFinisher (www.3dfinisher.com).

“La fase 2, per il nostro core business è abbastanza critica – conclude Arienti – speriamo di poter tornare alla normalità quanto prima. Il nostro prodotto di punta e le tecnologie che sviluppiamo sono hardware e per essere raccontate e vendute necessitano del contatto con il cliente che in questo momento è molto difficile. Se a questo aggiungiamo che tutte le fiere di settore sono state annullate, la capacità commerciale rasenta lo zero”.

Ma aggiunge il CEO di 3DNextech: “Sono convinto però che questa pandemia possa portare ad un cambio di paradigma produttivo a livello internazionale, nel quale le tecnologie di manifattura additiva ed in particolare la nostra, possano trovare ampiamente spazio”.